mercoledì 6 maggio 2015

Intervista al Grand’Ufficiale Salvatore Fasano


Il libro Le strade di Cava de’ Tirreni  è la sua terza opera dopo L’Albo d’Oro e Monumenti ed Epigrafi. Com’è nato questo testo?

L’idea di realizzare una toponomastica storica della città di Cava si affacciò alla mia mente nel corso dei lavori delle commissioni per la Toponomastica cittadina di cui ero presidente.

Soltanto  dopo la pubblicazione della quarta edizione dell’ Albo d’Oro dei Caduti Cavesi e, nel 2011, del volumetto Monumenti ed Epigrafi, si presentò l’occasione per dare avvio alla mia iniziativa.

Assicurata la disponibilità alla loro collaborazione,  con il prof. Franco Bruno Vitolo, mio figlio Daniele, Beatrice Sparano e Lara Adinolfi, si formò il “magnifico” team che ha dato i frutti sperati.

Quali sono state le sue fonti?

Il mio archivio personale, gli archivi storici dello Stato Civile, l’archivio di Stato di Salerno, gli archivi parrocchiali, l’Anagrafe del comune di Cava e della biblioteca Aniello Avallone di Cava, le pubblicazioni private di Mons. Attilio Della Porta, dell’Avv. Domenico Apicella, del dottor Arturo Infranzi, di Salvatore Milano e di altri.

Lei ha quindi svolto un lavoro certosino coadiuvato da una squadra…

Esattamente. Mi ha aiutato moltissimo mio figlio Daniele nel supporto editoriale e nella conoscenza dell’allocazione delle strade. Ho quindi lavorato in sinergia col professore F.B. Vitolo per i personaggi non militari, con la dott.ssa Beatrice Sparano per il materiale d’archivio e con Lara Adinolfi per la presentazione dei caduti.

In tanti hanno contribuito al suo lavoro di ricerca…

Fondamentali sono stati i miei contatti diretti con i familiari dei toponimi, in quanto le immagini di questi ultimi, a volte esclusive, era possibile averle solo dagli “album di famiglia”.

Per le ricerche sui dati anagrafici e del nucleo familiare di molti personaggi non militari ci siamo avvalsi del personale dell’anagrafe  e dello stato civile del nostro Comune, in particolare delle signore  Isabella Siani e Maria Pia Abate; con i reverendi sacerdoti di S. Lucia, S. Pietro e S. Arcangelo, don Alfonso Sarro dell’Abbazia benedettina nonché il personale del cimitero.

Il volume “Le strade di Cava de’ Tirreni” è quindi una pubblicazione prestigiosa che si inserisce nel filone della  toponomastica storica. Ma cos’è la toponomastica?

La toponomastica, deriva dal greco tόpos, cioè luogo, e ònoma, ovvero nome. La toponomastica quindi, descrive e approfondisce i toponimi, cioè i nomi dei luoghi. 



Quante sono, in totale, le strade e le piazze di Cava de’ Tirreni descritte nel libro?

Circa 400. Il volume è impreziosito da tantissime fotografie a colori che riportano visivamente la localizzazione  del toponimo. Fu di mio figlio l’idea di arricchire il libro con foto a colori, che guidò,  “da navigatore”, per l’intero territorio il professore Vitolo a scattare le foto.

Qual è stata la difficoltà maggiore che ha dovuto affrontare?

La presenza di tante omonimie. Infatti, specie nelle frazioni, la targa del personaggio cui era stata intitolata la via riportava soltanto il nome e cognome senza i dati anagrafici: l'individuazione, perciò, del personaggio esatto ha richiesto molto lavoro di ricerca. 

Nel testo si raccontano le vicende di caduti e di personaggi storici. Quale episodio l’ha colpita di più?


Molti sono gli episodi che hanno attirato la mia attenzione durante i lunghi anni di ricerca.
Ne cito alcuni: 

  • l'Eroe Adolfo Casaburi mentre giaceva ferito all'ospedale da campo, ottenne Motu Proprio Sovrano la seconda medaglia d'argento.
  • I due amici carissimi Francesco Alfieri e Antonio Nigro, soci fondatori del circolo Cattolico San Francesco d'Assisi, insieme frequentarono l'accademia di Modena, affratellati alla partenza della guerra nello stesso giorno, caddero da eroi nella stessa notte del 18 Maggio 1916: il primo sull'Altopiano di Asiago, il secondo al Passo della Vena (Vicenza).
Due militari cavesi di nome Vincenzo Faiella, con la stessa paternità (Giuseppe), parteciparono alla Prima Guerra Mondiale: uno nacque a S. Arcangelo, l’altro a S. Lucia, frazioni di Cava de’ Tirreni.


Il primo, un finanziere, è  ricordato quale caduto in guerra.

Il secondo, un colono di S. Lucia che aveva partecipato sì alla prima guerra mondiale, fu dichiarato dapprima “disperso”, successivamente fece pervenire sue notizie a Cava dalla prigionia, in quanto internato dal mese di luglio del 1917. A guerra finita ritornò in patria e morì nel 1964 in via Zarella, luogo poco distante dalla targa che indica la via intitolata a Vincenzo Faiella.

La targa, dunque, fu posta nella frazione sbagliata e riferita all’uomo sbagliato!


Il personaggio che ha richiesto particolare attenzione nelle ricerche è stato il Gen. Giuseppe Del Rosso, Comandate Generale dei Reali Carabinieri (RR. CC.). Il grande figlio di Cava per i suoi meriti militari fu insignito di ben 10 titoli: da Croce di Cavaliere dell'Ordine della Corona D'Italia a Cavaliere di Gran Croce, decorato dal Gran COrdone dell'Ordine della Corona D'italia


Perché è importante conoscere le strade di una città?

Per comprendere i segni della storia della propria città. E’ come sfogliare un album di famiglia: aiuta a nuotare meglio nel mare dell’ambiente in cui si vive. Così affiorano alla nostra mente uomini illustri che, a vari titoli, hanno avuto relazione con Cava de’ Tirreni, come artisti geniali, scienziati profondi, storici e medici eminenti, eroi che si sono ammantati di gloria sui campi di battaglia per la difesa della patria.

Al libro sono stati aggiunti degli allegati. Cosa sono?

Nel 1986 la giunta comunale presieduta dal prof Eugenio Abbro, istituì una commissione speciale per il riordino della Toponomastica cittadina con la mia nomina a presidente e come componenti personalità del mondo culturale e politico cavese.

Frutto di quella commissione dopo circa quattro anni di ricerche, fu la proposizione di oltre duecento tra vie e piazze ed altrettanti toponimi. Dopo l’approvazione dei lavori da parte del consiglio comunale e degli organi preposti di Salerno, si pensò all’attuazione. Dirigente responsabile era la dottoressa Rosanna Palumbo che propose e fece deliberare la divisione dell’enorme mole di lavoro in diversi stralci. Nei primi due stralci furono attuate ben 26 tra vie e piazze tra cui Piazzale Europa che ricopriva il primo tratto del Trincerone Ferroviario.

Fiore all’occhiello della Commissione Speciale fu sistemazione delle vie del cosiddetto Rione Gescal e delle Cooperative ‘La Riscossa’, strade che erano di recente costruzione e che avevano una caotica identificazione. Ci fu quindi l’intitolazione di strade a personaggi illustri come Salvo D’Acquisto, Il generale di C.A. CC. Giuseppe Del Rosso.

Lei, durante la presentazione del volume sulla Toponomastica storica di Cava de' Tirreni ha parlato di un altro fiore all'occhiello della Commissione Toponomastica da lei presieduta. Di quale lavoro speciale si tratta?

Si tratta della situazione caotica della toponomastica di S.Anna. Iniziati i lavori della Commissione Speciale nel 1986, si mise in programma, fra l'altro, anche la sistemazione toponomastica sul territorio della fertile zona di S.Anna. Dopo due anni iniziarono i sopralluoghi con personale del Comune, i presidenti (tra cui il prof. Vito Di Domenico e Andrea Lambiase) della VII Circoscrizione (ora abolita) S.Lucia - S.Anna e rioni limitrofi con l'indimenticato dr. Elia Clarizia (componente della Commissione). Si abbozzo, allora, un piano di riordino della Toponomastica della zona. Tale piano nel 1990 fu approvato dal Consiglio Comunale (Del.G.C. 105/90); successivamente venne sottoposto all'attenzione delle autorità competenti di Salerno.

Come si è arrivato, poi, alla sistemazione definitiva della toponomastica in tale località?


Con l’amministrazione del dottor Luigi Gravagnuolo si istituì nel 2007, la nuova Commissione Consultiva che, sotto la mia presidenza, lavorò alacremente: furono intitolate piazze e vie come corso Palatucci, piazza Amabile e tante altre; ci fu inoltre la sistemazione della zona di Sant’Anna con la suddivisione del territorio in sedici vie comunali. Dopo ulteriori e più attenti sopralluoghi e riunioni degli abitanti della eridente frazione, si elaborò un piano toponomastico della località S.Anna e Petrellosa con l'ausilio di amministratore del luogo, quale l'amico Enzo Lamberti ed il geometra Carleo; dell'assistente della Polizia Locale Michele Lamberti.
Il piano fu, poi, da me sottoposto alla Giunta Municipale, che l'approvò.
Successivamente, durante l'amministrazione del dott. avv. Marco Galdi, dopo ben 25 anni di attenti lavori, finalmente, si è arrivati al riordino delle vie di S.Anna, auspice l'impegno determinante dell'assessore Enzo Lamberti, degno figlio della pedemontana località S.Anna.

Nella toponomastica storica da lei elaborata con la collaborazione di suo figlio Daniele, del prof. F.B. Vitolo, della dott.ssa Beatrice Sparano nonchè della mia, fu dedicato un capitolo a parte di ben 10 pagine (314-324) sul riassetto della toponomastica di S.Anna, con aggiornamenti ed approfondimenti?

Il secondo fiore all'occhiello delle Commissioni per la toponomastica della nostra città, meritava tale attenzione.
Tuttavia, il problema della toponomastica di tutto il territorio di S.Anna è stato realizzato solo in gran parte, per la difficile e complessa situazione delle vie sul territorio e per l'esistenza di numerose vie private: in quanto, come affermò un funzionario delle poste da me interpellato, se "nella strada privata il postino venisse morsicato da un cane nessun reclamo verrebbe accolto positivamente".
Attualmente il problema delle vie private rimane ancora irrisolto.

Cosa augura al suo nuovo testo?

La stessa fortuna dell’Albo d’Oro, custodito nelle maggiori biblioteche italiane ed estere. Ho voluto offrire alle nuove generazioni e agli archivi della mia Città un’utile opera di  consultazione.



Lara Adinolfi

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